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Sabina, viaggio iniziatico tra sapori ancestrali e boschi sacri
di Rosalba Panzieri

Nel cuore della Sabina, dove il tempo sembra rallentare per accordarci al ritmo della terra, si snoda un itinerario che è molto più di un viaggio: è un rito di passaggio. Qui il bosco non è solo sfondo: è protagonista, soglia, spirito guida. Ogni tappa è un passaggio, ogni incontro una rivelazione. Il bosco, con la sua ombra e la sua luce, ci guida in un viaggio iniziatico che ci riporta a noi stessi. La Sabina, terra di miti e sapori, ci invita a rallentare, ascoltare, gustare. E forse, a ricordare ciò che abbiamo dimenticato: che la terra è sacra, e che il cibo può essere rito. Questo itinerario nasce con un uliveto secolare e si intreccia con il Cammino dei Borghi Sabini, percorso escursionistico che segue le tracce della Dea Vacuna ed attraversa borghi medievali e siti archeologici.

Il bosco, soglia sacra tra materia e spirito, guida alla riscoperta di antichi sapori

Il bosco, nella mitologia e nel folklore europeo, non è mai solo un insieme di alberi: è un luogo liminale, uno spazio sacro e misterioso dove il confine tra umano e divino si dissolve. In particolare nella tradizione sabina e italica, il bosco è spesso associato a divinità arcaiche, spiriti ancestrali e riti di passaggio. Il Bosco, luogo di trasformazione, in cui incontrare se stessi Il bosco è la “selva oscura” di Dante, la foresta di Merlino, il “bosco proibito” delle fiabe. Entrarvi significa abbandonare le certezze e affrontare l'ignoto. Secondo alcune tradizioni antropologiche, il bosco rappresenta l'utero della Grande Madre, simbolo di rinascita e rigenerazione. Gli antichi italici ben conoscevano la natura sacra dei boschi. Le popolazioni sabine e latine, avevano grande rispetto dei lucus (boschi sacri), che erano luoghi di culto dove non si costruivano templi: la divinità abitava direttamente tra gli alberi. Plinio il Vecchio scriveva: “Adoriamo i boschi sacri e, in questi boschi, il silenzio”. Il silenzio del bosco era considerato una forma di presenza divina. La Dea Vacuna e la sacralità silenziosa che ci guida in viaggio La Dea Vacuna, venerata dai Sabini, Dea del riposo e della rigenerazione, era associata alla quiete, alla fertilità e alla protezione dei boschi e, infine, alla vittoria. I suoi culti si svolgevano in luoghi naturali, lontani dai centri urbani. Alcuni studiosi ipotizzano che il nome Vacuna derivi da “vacare”, ovvero essere liberi, vuoti, disponibili: il bosco come Ogni tappa è un invito alla connessione profonda con la terra, con la storia e con sé stessi. La Sabina non è solo da visitare: è da ascoltare, da gustare, da vivere.

L'ulivo millenario di Canneto

Proprio nel cuore della Sabina, dove la natura si intreccia con la leggenda, sorge l'antico olivo di Canneto, maestoso guardiano di una terra consacrata alla dea Vacuna, che ispirava un rapporto armonico tra uomo e ambiente. A Canneto di Rieti, si erge maestoso l'antico olivo della Sabina, simbolo vivente della tradizione agricola e spirituale del territorio. Alto 15 metri, con una chioma che si estende per 30 e un tronco dalla circonferenza di oltre 7 metri, questo olivo millenario incarna la storia di una terra vocata all'olio. Sebbene la leggenda lo voglia piantato ai tempi di Numa Pompilio, la sua origine risale ai monaci benedettini di Fara, che lo posero nella zona bonificata di Canneto circa mille anni fa. Oggi, l'albero è custodito con amore dalla famiglia Bertini, che dal 1876 ne preserva la salute all'interno di un giardino privato. Visibile dalla strada, l'olivo rappresenta un punto di riferimento per chi visita agriturismi biologici immersi nei boschi sabini, dove natura, storia e sostenibilità si intrecciano in un'esperienza autentica di riscoperta di antichi sapori e saperi, in connessione con la natura. Grazie alla lungimiranza e alla visione dei titolari delle aziende che vi presentiamo oggi, questo topos mitico diventa via maestra in un percorso di rinascita, in cui cibo, tradizione e spiritualità si uniscono per offrire un'esperienza densa di bellezza e sapore: quattro custodi di un sapere che affonda le radici nella mitologia, nella cucina etica e nella spiritualità del paesaggio: realtà agricole e ristorative, ciascuna con un'anima unica, raccontano un territorio che sa ancora parlare il linguaggio della terra, della convivialità e della cucina etica, con proposte vegan friendly.

Roccantica - Il Bosco dei Sabini: il regno degli spiriti arborei

Roccantica è un borgo che sembra sospeso nel tempo, arroccato su uno sperone roccioso e circondato da boschi fitti e silenziosi. Qui, tra sentieri che un tempo erano percorsi dai Sabini, sorge Il Bosco dei Sabini: un'azienda agricola biologica gestita con amore da Maria Teresa e Paolo. Nel 2019, spinti dal desiderio di ritrovare un ritmo di vita più naturale e autentico, due ex cittadini romani decidono di lasciare la frenesia urbana per trasferirsi a Roccantica, nel cuore della Sabina tiberina. Dopo oltre trent'anni di vita tra uffici, traffico e alienazione, e in seguito a problemi di salute, scelgono di reinventarsi oltre i cinquant'anni, riscoprendo le proprie passioni e dedicandosi alla terra. Nasce così una tenuta agricola biologica di cinque ettari di terra coltivati con rispetto, dove ogni prodotto - ortaggi, liquori, conserve, olio extravergine biologico e uova da galline felici - è frutto di gesti lenti e rituali. Tutto è fatto nel rispetto dell'ambiente e degli animali, con ingredienti naturali e locali, evitando surgelati e prodotti industriali. L'agriturismo, attivo su prenotazione, propone piatti della tradizione sabina e romana, preparati con passione e materie prime genuine Come sommelier AIS, i proprietari producono vini naturali senza solfiti ( né in vigna né in cantina) né lieviti selezionati, utilizzando vitigni della DOC Colli della Sabina - Merlot , San Giovese e Montepulciano per il rosso e Trebbiano Toscano, Malvasia di Candia e Malvasia Puntinata per il bianco. Inoltre Maria Teresa e Paolo hanno 40 viti allevate secondo l'antica tecnica etrusca delle “viti maritate”. “La tecnica prevede - spiega Maria Teresa - che la pianta di vite si sposi con un albero che, per farla vivere, si sacrifica: ogni anno viene potato ai minimi termini per evitare che le foglie facciano ombra alla vite e consentire quindi la maturazione ottimale dell'uva”. Maria Teresa e Paolo collaborano con ARSIAL per il riconoscimento genetico delle varietà autoctone e sono all'interno dell'itinerario “sentieri e biodiversità”, per il recupero e la tutela dei vitigni antichi. “Oltre ai vini - spiega Paolo - produciamo liquori artigianali per infusione con foglie, fiori e frutti della nostra tenuta. La particolarità di questi liquori è l'utilizzo di soli ingredienti biologici a partire dall'alcol (ottenuto per distillazione di grano tenero) e completamente naturali, senza chimica. Fiore all'occhiello della nostra produzione è il Nocino, prodotto PAT del Lazio, ottenuto da una ricetta antica”. Altra meraviglia che nasce dalle mani di Maria Teresa è la realizzazione di bomboniere gastronomiche per gli eventi speciali. La fattoria didattica e la certificazione BIOAGRICERT completano un progetto che unisce sostenibilità, tradizione e accoglienza. Il bosco non è solo sfondo, ma protagonista: si racconta che tra le querce si possano ancora percepire le voci degli antenati, e che ogni albero custodisca un segreto. Visitare questo luogo è come entrare in un racconto antico, dove la biodiversità è sacra e ogni assaggio è un atto di connessione profonda con la terra. Qui si parla sottovoce, si ascolta la natura, si assapora la semplicità. È il regno degli spiriti arborei, dove ogni bottiglia di liquore è una pozione, ogni conserva un rito. Maria Teresa Antodicola 320 3414648 Paolo dal Prà 339 4885563
www.ilboscodeisabini.it instagram @boscodeisabini

Montenero Sabino - Pianeta Verde: il lucus della rinascita

Montenero Sabino si erge come un baluardo silenzioso tra le colline, immerso in un paesaggio che un tempo era considerato sacro dai Sabini. Qui, tra i lucus dedicati alla Dea Vacuna, sorge Pianeta Verde: un ecovillaggio olistico a 700 metri di altitudine, dove agriturismo, camping bio e cucina vegetale si fondono in un progetto di vita. Entrare a Pianeta Verde è come varcare una soglia: si lascia il mondo conosciuto per abbracciare la quiete, la lentezza, la connessione profonda con la natura. Yoga, forest bathing, orti sinergici, laboratori di bioedilizia e pratiche olistiche accompagnano una cucina plant-based che celebra la stagionalità e l'autoproduzione. Il ristorante, aperto nei weekend su prenotazione, propone piatti etici e gustosi in un'atmosfera che invita alla riflessione e alla gioia condivisa. È un luogo dove la terra incontra il cielo, e ogni gesto quotidiano diventa sacro. Pianeta Verde nasce da un agriturismo biologico presente sul territorio da circa 30 anni, ma è da 5 anni a questa parte che si è trasformato in luogo di rigenerazione profonda, come spiega la tenutaria Aurora Jamuna De Simoni, attraverso la proposta di “esperienze trasformative” che passano per la riscoperta di se stessi, della natura e della relazione con gli altri. Dai ritiri ai festival proposti, i temi di riferimento sono: ecologia, giocosità, crescita personale, ricerca spirituale. La cucina proposta è completamente vegetale e si fanno corsi di cucina plant-based. Il pianeta verde ospita anche volontari in cambio di vitto e alloggio.
Aurora Jamuna 349 5036705
www.pianetaverdeagriturismo.it instagram @pianeta.verde.rieti

Collevecchio - Convivio Vegetariano: il tempio della convivialità

Nel cuore del borgo di Collevecchio, antico crocevia di pellegrini e mercanti, si trova Convivio Vegetariano: un bistrot intimo e accogliente che è molto più di un ristorante. È un piccolo santuario del gusto etico, dove ogni piatto è un racconto di terra, passione e memoria. La cucina, rigorosamente vegetariana e vegana, utilizza ingredienti freschi e locali, con un menù che cambia con le stagioni e si ispira alle erbe spontanee e ai riti propiziatori della tradizione sabina. Eva André, svedese di origine che ha vissuto e gestito un bistrot nella capitale, dopo il covid ha deciso, con la sua socia Paola Coronati, di lasciare la città e recuperare un casale abbandonato a Collevecchio. Insieme hanno dato vita al Convivio Vegetariano, in cui la cucina vegetariana torna protagonista. “Volevo un luogo - spiega Eva - dove poter mangiare vegetariano e praticare attività culturali e riscoprire il valore del rilassamento profondo”. Qui si respira un'energia speciale: serate musicali, laboratori, sessioni di yoga e incontri culturali rendono il convivio un'esperienza multisensoriale. Il locale diventa un crocevia di tradizioni e innovazione, dove il tempo rallenta e il gusto si amplifica. La proprietaria, con la sua gentilezza contagiosa, è parte integrante del viaggio. È il tempio della convivialità, dove il cibo è offerta, celebrazione e narrazione. Eva André 393 9863220
www.conviviovegetariano.com instagram @conviviovegetariano

Casaprota - Casale La Luna: il rifugio sotto il cielo mitico

Casaprota chiude il cerchio con la sua bellezza discreta e il paesaggio che sembra dipinto da mani divine: uliveti, colline morbide, cieli stellati. Qui sorge Casale La Luna, un agriturismo vegetariano dove Paola e Fausto accolgono gli ospiti con calore e semplicità. La cucina è una carezza: zuppe di legumi, torte salate, pasta fatta in casa, conserve e liquori preparati con prodotti biologici dell'azienda. La gastronomia, a esclusivo uso degli ospiti dell'agriturismo, è un viaggio immersivo nel mondo vegetale e offre, a richiesta, menù completamente vegan. Tra le attività offerte, dalle osservazioni astronomiche ai seminari di yoga, segnaliamo le passeggiate guidate per il riconoscimento di alberi ed erbe e la “capanna sudatoria”, antico rito di purificazione degli indiani d'America Lakota Sioux. Il casale è anche rifugio per chi cerca silenzio, natura e autenticità. Si racconta che nei pressi sorgesse un antico luogo di culto lunare, dove le donne si riunivano per celebrare i cicli della natura. Dormire qui è come tornare nel grembo della terra, ascoltare il battito profondo del mondo, camminare tra sentieri che un tempo erano percorsi dai pellegrini diretti a Roma. La luna, che dà il nome al casale, sembra vegliare su ogni ospite, rendendo ogni soggiorno un'esperienza rigenerante. Venti anni fa Paola e Fausto, dopo aver compiuto una scelta di vita e di coppia trasferendosi in Sabina da Anzio, sono stati tra i primi a proporre cucina vegetariana in sabina e sono pronti ad accogliervi col calore della loro esperienza. Fausto Ciotti 339 1152816
www.casalelaluna.it

Questo itinerario non è solo travel friendly: è soul friendly. Ogni tappa è una storia, ogni piatto un gesto d'amore verso la terra. La Sabina si rivela così, senza clamore, ma con una forza gentile che conquista. Per chi cerca un turismo lento, consapevole e profondamente umano, questo è il viaggio giusto.